Il vino di cui vi parlo è prodotto dalla cantina Villa Venti di Longiano, nella valle del Rubicone, a cavallo tra le province di Forlì-Cesena e Rimini.
Si tratta di un vino che nasce dal vitigno Centesimino, un vitigno quasi sconosciuto, recuperato in Romagna, considerato semi aromatico da alcuni per la sua intensità di profumi.
Questa cantina lo coltiva in modo biodinamico, produce il vino attraverso fermentazione spontanea, macerazione e affinamento in anfore georgiane (2 anni di affinamento).
La bottiglia che ho aperto oggi era del 2017, per cui aveva un ulteriore anno di affinamento in bottiglia.
I suoi profumi di frutti rossi arrivano subito, belli intensi: mora, lampone e una gustosa marmellata di prugne riempiono il naso all’istante per poi lasciare spazio a terziari più balsamici e speziati anche se non particolarmente invasivi e intensi.
In bocca l’anfora fa sentire il suo peso, il suo tannino è un pochino più ruvido rispetto al legno classico, risulta leggermente meno morbido rispetto ad un vino che affina in barrique.
Proprio per questa sua intensità di aromi primari e il suo tannino l’ho scelto come abbinamento al piatto per la Pasqua di quest’anno.
Un agnello al forno, che ho lasciato marinare per almeno 12 ore con timo, olive taggiasche, e lo stesso olio extra vergine di oliva usato per la conserva delle olive, quindi fortemente aromatico.
Il tannino di questo vino era perfetto per pulire la bocca dal grasso dell’agnello e i suoi profumi morbidi erano adatti agli aromi delle olive della marinatura.
Per dare una spinta di morbidezza e dolcezza al piatto, a fianco alle classiche patate al forno ho aggiunto dello scalogno che ho appassito in forno per qualche minuto.
Degustato da Gianluca Gabanini
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